Le evidenze empiriche, i fatti di cronaca, le normative vigenti e, in particolar modo, l’esperienza quotidiana rimandano a un momento attuale in cui è di prioritaria importanza conoscere e mettere in atto interventi efficaci a contrasto del cyberbullismo.

Le vittime di questo fenomeno, sempre più diffuso, infatti, si descrivono offese, turbate, piene di vergogna, ma anche arrabbiate e stressate. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non si confidano con un adulto, ma scelgono di parlare con un coetaneo amico. Occorre evitare che il cyberbullismo venga tenuto nascosto e solo rompendo il muro di silenzio che circonda troppo spesso le vittime si possono aiutare i ragazzi e le ragazze che hanno subito atti di questo tipo ad affrontarli e superarli (Genta, 2017).

Nel progettare un intervento di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo è necessario come prima cosa tenere in considerazione il fatto che si sta parlando di un fenomeno di gruppo con una forte connotazione sistemica. Per questo motivo è opportuno agire su più livelli, coinvolgendo la famiglia, la scuola e naturalmente i ragazzi (Caravita et al., 2018).

La famiglia: la presenza affettiva dei genitori è spesso una delle condizioni più efficaci di prevenzione rispetto a qualsiasi forma e atto di sopruso e violenza; ma come fare? Un primo passo è quello di concordare fin dall’inizio con i propri figli delle regole e dei limiti condivisi. É importante calibrare questa forma di accordo in base alla loro crescita. In secondo luogo, si possono mettere in atto alcuni accorgimenti. I genitori di bulli e vittime presentano stili di vita e profili personologici diversi, ma hanno un tratto in comune: spesso non si reputano in grado di risolvere il problema. In accordo con Tonioni (2014) di seguito trovate alcuni consigli utili.

Per i genitori delle vittime:

  • è importante considerare con attenzione le paure e i sentimenti di vostro figlio, rafforzando la sua autostima. In questo modo comprenderà che state dando valore alle sue emozioni e sarà invogliato a chiedere aiuto quando ne avrà bisogno;
  • spiegare che subire atti di cyberbullismo non è una debolezza di vostro figlio o una sua colpa aiuta ad aprire con lui un dialogo e a trovare una soluzione. Cercate di non minimizzare l’episodio, dimostratevi comprensivi ed empatici;
  • cercate di evitare che gli episodi si ripetano mettendo in atto delle azioni preventive;
  • parlate in modo aperto e chiaramente con gli insegnanti senza essere frenati da paure di ripercussioni. É importante collaborare con loro senza delegare le responsabilità.

Per i genitori dei bulli:

  • condividete con vostro figlio le preoccupazioni che avete a riguardo di quello che è successo o che è ancora in atto. É importante essere critici in modo deciso e assertivo rispetto ai comportamenti aggressivi e persecutori, cercando però di non giudicare lui come persona, in modo tale che capisca che non lo state identificando con il suo modo di agire;
  • è utile illustrargli che ciascuno ha il diritto di essere diverso e che attaccare gli aspetti fragili degli altri significa la maggior parte delle volte non accettare i propri;
  • provate a fargli capire cosa si prova a essere aggrediti più volte e in modo continuo. Infatti, riuscire a mettersi al posto delle vittime vuol dire cominciare a essere empatici;
  • collaborate con gli insegnanti, senza pregiudizi e soprattutto senza la paura di essere giudicati anche voi.

La scuola è chiamata a recitare il suo ruolo educativo sostenendo una cultura al suo interno fondata sul rispetto per gli altri e quindi di contrasto al bullismo. Inoltre, è auspicabile che dia valore e spazio alle iniziative degli insegnanti o di gruppi di alunni particolarmente interessati al tema costruendo opportunità di ascolto che andrebbero mantenute nel tempo (Tonioni, 2014).
Gli insegnanti, che sono a diretto contatto con gli alunni, possono:

  • favorire in classe un clima in cui sia possibile dialogare senza pregiudizi e in modo non condizionato, scoraggiando così l’esistenza di segreti;
  • stabilire regole precise di comportamento per monitorare con più attenzione quello che accade in classe;
  • contenere i giudizi e promuovere occasioni di ascolto e comprensione;
  • aumentare il loro controllo nei momenti meno strutturati all’interno della giornata scolastica;
  • collaborare con i ragazzi e i loro genitori per condividere la consapevolezza degli episodi accaduti, preservando però gli aspetti personali.

Infine, un ruolo importante è esercitato dalla figura dell’esperto. Infatti, il Cyberbullismo è un fenomeno che comporta importanti effetti negativi per la salute psicofisica dei ragazzi, non solo in modo circostanziale all’evento, ma anche nel loro futuro. La letteratura e le ultime ricerche illustrano l’impatto emotivo, cognitivo e relazionale che il cyberbullismo ha sulle vittime e, in modo diverso, ma ugualmente rilevante su chi si rende protagonista delle condotte aggressive. Lo psicologo che si occupa di bullismo e cyberbullismo aiuta i ragazzi e le ragazze vittime a gestire l’impatto emotivo della situazione, a trovare strategie relazionali nuove e funzionali ed evitare che le prevaricazioni possano dare origine a disturbi quali depressione, ansia sociale ecc. Il sostegno psicologico aiuta a superare le difficoltà e a riprendere in modo positivo il percorso di vita. Questo intervento è importante e utile non solo per le vittime, ma anche per i bulli, con i quali lo scopo diventa quello di comprendere le ragioni delle loro condotte, che molto spesso nascondono sofferenze profonde.

Le vittime e gli autori di atti di cyberbullismo hanno spesso timore e/o rifiuto a parlarne. Chi affronta il dialogo con loro, lo psicologo, sa di dover tener conto di alcuni accorgimenti per consentire di esprimersi con modalità diverse dal solito. Entrambi, vittima e bullo, hanno in comune la difficoltà a entrare in contatto con le proprie emozioni: reagiscono a questo disagio con atteggiamenti che sono all’opposto, ma che li rendono di fatto entrambi incapaci di avere rapporti funzionali con i coetanei. Lo psicologo si occupa anche di interventi direttamente all’interno delle scuole, lavorando con i ragazzi, i genitori e gli insegnanti. Inoltre, promuove serate e incontri di sensibilizzazione sul tema.

Articolo scritto da:

Andrea Borsetto
Psicologo Psicoterapeuta, esperto in psicologia della comunicazione e nuove tecnologie, è iscritto all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e specializzato in Psicoterapia Breve Integrata e Focale presso l’istituto ISERDIP di Milano. Tra le diverse esperienze, dal 2014 al 2016 ha collaborato con l’Associazione Icaro ce l’ha fatta di Milano occupandosi di sensibilizzazione all’uso consapevole di internet e delle nuove tecnologie e di prevenzione dei maggiori rischi connessi alla rete.

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